Bosnia Erzegovina, la disperazione lungo la rotta balcanica: “Sto impazzendo dal freddo”, “Non si può più aspettare”
Situazione disumana al campo di Lipa, nel Nord-Ovest del Paese. Abbondanti nella neve con temperature a -10°C. A rischio la vita di profughi in condizioni estreme.
Si aggrava sempre di più, anche per il peggioramento delle condizioni meteorologiche, l’emergenza umanitaria per i migranti bloccati in una situazione disumana al campo di Lipa, nel Nord-Ovest della Bosnia e Erzegovina. Abbondanti nevicate e temperature che scendono fino a -10°C mettono a rischio la vita di circa 900 persone che vivono nell’insediamento in condizioni estreme. Ad oggi, infatti, sono state montate, da parte dell’esercito bosniaco, solamente una dozzina di tende non ancora riscaldate che danno riparo notturno a circa metà di queste persone. L’altra metà continua a dormire in rifugi improvvisati. Le condizioni igieniche sono disastrose, dal momento che mancano completamente i servizi igienici, l’acqua potabile e un sistema fognario. Non ci sono nemmeno i collegamenti elettrici, le strade di accesso al campo sono ghiacciate e difficilmente percorribili, e l’altopiano di Lipa è di fatto isolato.
“Fa troppo freddo, sto impazzendo” è il disperato grido di aiuto di Ali, uno degli ospiti del campo proveniente dal Pakistan. Monsignor Komarica, vescovo di Banja Luka ha lanciato un appello chiedendo a tutti i rappresentanti politici che possono prendere decisioni di “lavorare insieme, con l’aiuto materiale della comunità internazionale, per risolvere questa catastrofe umanitaria in modo positivo ed efficace, il prima possibile”.
Incomprensibile la scelta del governo bosniaco. Rimane difficile comprendere la decisione del governo della Bosnia e Erzegovina di trasformare Lipa in un campo permanente pur sapendo che serviranno molte settimane per raggiungere degli standard minimi di sicurezza, e il rifiuto di ricollocare i migranti in strutture più pronte e più adatte all’inverno a seguito anche delle forti proteste delle comunità locali interessate. Anche l’Unione Europea chiede che a Lipa vengano rispettati i diritti umani ed ha stanziato nuovi fondi, oltre quelli già messi a disposizione, per poter migliorare le condizioni del campo, ma senza un esito concreto immediato.
Fermare la prassi dei respingimenti. Si rende così necessario far cessare le prassi di respingimenti violenti sulla frontiera bosniaco-croata e ridiscutere le procedure e le politiche migratorie del Paese e della regione, per sviluppare un sistema che tuteli maggiormente la vita e i diritti delle persone in transito o dei richiedenti asilo, procedure più snelle e sicure per il transito verso l’Unione Europea dei migranti, soprattutto di quelli in condizioni più vulnerabili, anche grazie a nuovi corridoi umanitari. Le persone in transito lungo la Rotta Balcanica sono infatti spesso in fuga da scenari di guerra e persecuzione, ed hanno pieno diritto alla protezione internazionale lungo il proprio percorso migratorio.
Fonte: https://www.repubblica.it/solidarieta/immigrazione/2021/01/15/news/bosnia_erzegovina-282671850/