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Svizzera, no al rinvio in Italia dopo il Decreto sicurezza

Le famiglie di richiedenti asilo, in particolare con membri che hanno bisogno di cure mediche immediate, non possono essere rinviate in Italia E’ necessaria una valutazione precisa delle “condizioni effettive e concrete della presa a carico delle famiglie in Italia nei centri di prima accoglienza” prima di prendere una nuova decisione, secondo il Tribunale.

Lo ha deciso il Tribunale amministrativo federale in seguito, tra l’altro, all’inasprimento dell’iter d’asilo previsto dal Decreto sicurezza.

E’ stato accolto il ricorso di una donna nigeriana che, sulla base dell’accordo di Dublino, avrebbe dovuto essere rinviata in Italia assieme ai due figli. Nelle ultime settimane, il tribunale aveva pronunciato un altro paio di sentenze che andavano nello stesso senso. Il TAF ha così chiesto alla Segreteria di Stato della migrazione (SEM), l’autorità federale competente nell’ambito dell’asilo,di procedere a una valutazione precisa delle “condizioni effettive e concrete della presa a carico delle famiglie in Italia nei centri di prima accoglienza” prima di prendere una nuova decisione.


Il Tribunale amministrativo federale della Svizzera ha ritenuto, infatti, che, a seguito dell’emanazione del D.L. 113/2018,  il richiamo, da parte delle Autorità italiane, alla “circolare” 8 gennaio 2019 inviata dalla Unità di Dublino del Ministero dell’Interno agli Stati UE non può essere considerato garanzia sufficiente – alla luce della giurisprudenza della Corte EDU e di quella elvetica – per escludere il rischio di violazione dell’art. 3 della Convenzione in caso di trasferimento in Italia di richiedenti asilo. L’Italia deve quindi fornire garanzie supplementari in ordine allo specifico e concreto trattamento nei centri di accoglienza, con particolare riferimento – ma non solo – alle cure mediche.


«Tenuto conto dei cambiamenti avvenuti in seguito all’entrata in vigore del ‘Decreto Salvini’  il Tribunale è del parere che la giurisprudenza Tarakhel deve essere estesa alle persone che soffrono di malattie (somatiche o psichiche) gravi o croniche, che necessitano una presa a carico immediata al loro arrivo in Italia».

Fonte: https://www.asgi.it/notizie/svizzera-no-al-rinvio-in-italia-dopo-il-decreto-sicurezza/


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La tutela dei diritti nel quadro del sistema di Dublino

Ne parleranno Francesco Maiani, Professore di diritto europeo nell’Università di Losanna

e

Valerio Prato, Migration Officer al Servizio Sociale Internazionale (SSI) – Svizzera

lunedì 21.01.2019, 17.30–19.30, Aula A12, Palazzo rosso, Campus USI

L’appuntamento s’inserisce nel quadro dei seminari proposti dalla Fondazione Azione Posti Liberi e dall’Istituto di diritto dell’USI (IDUSI) per conoscere i molteplici strumenti di protezione giuridica ai richiedenti l’asilo previsti dal diritto della migrazione.

Per iscrizioni e ulteriori dettagli vi invitiamo a fare riferimento  al flyer allegato

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Migranti dalla Svizzera in Italia: «Respingiamo anche i minori»

La denuncia dell’avvocato Bernasconi, che collaborò con Falcone: «Qui negati i diritti».

L’avvocato è uno che va subito al punto. «Tanto per essere chiari — scandisce — in Ticino è più facile ottenere un permesso di dimora o lavoro come prostituta che come richiedente asilo. C’è qualcosa che non funziona se siamo il Paese più ricco del mondo e non riusciamo a garantire i diritti fondamentali di questa gente che scappa dalla guerra, sì, ma pure dalla fame. Anche questo continuo distinguere fra bombe e pane… Perché? La fame forse è più accettabile?».

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Diritti umani sempre meno rispettati

L’intervista a PAULO SÉRGIO PINHEIRO, presidente della Commissione d’inchiesta dell’ONU sulla Siria

Oggi, lunedì 10 dicembre ricorre il 70. anniversario dell’adozione da parte dell’Assemblea generale dell’ONU della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Cos’è cambiato nel mondo negli ultimi decenni in merito alla difesa di questi diritti? Abbiamo intervistato Paulo Sérgio Pinheiro, dal 2011 presidente della Commissione di inchiesta dell’ONU sulla Siria e già ministro del Governo brasiliano per i Diritti umani, nonché membro della Commissione della Verità incaricata di fare luce sulle violazioni dei diritti umani avvenute in Brasile tra il 1946 e il 1988. Pinheiro ha insegnato nelle principali università americane, europee oltre che in quella di San Paolo, sua città natale.

Questa sera alle 18.30 sarà ospite di Amnesty international, Film festival diritti umani Lugano e fondazione diritti umani in una serata presso l’Hotel internazionale di Bellinzona (Viale stazione 35) nella quale parlerà dell’attuale situazione in Brasile.

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Migranti. Un patto che non convince

Corriere del Ticino, Lunedì 10.12.2018

Il Global Compact, il patto delle Nazioni Unite sui migranti, spacca i governi (per ultimo quello belga) e al summit di Marrakech che si apre oggi ci saranno parecchie sedie vuote.

Tutto è pronto per la firma dell’accordo, non vincolante, fortemente voluto dall’ONU nel tentativo di dare una risposta globale al problema delle migrazioni. Ma il summit che doveva riunire i 190 Paesi firmatari del Patto adottato a luglio a New York, ha già parecchie defezioni, soprattutto europee.

I 27 dell’Unione, che avevano a lungo parlato di negoziati «a una sola voce», ora sono divisi: le misure previste, per molti Paesi, soprattutto dell’Est, sarebbero un’ingerenza nelle politiche nazionali. E a nulla è valso l’appello dell’Unione europea ai Paesi che hanno deciso di non partecipare.

I primi a defilarsi dal Patto, nel 2017, sono stati gli Stati Uniti. Poi, a luglio scorso, l’Ungheria del premier Vitkor Orban. Da qui in poi una serie di defezioni a cominciare dal gruppo di Visegrad: Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia e poi ancora Austria, Bulgaria, Croazia, Israele e Australia. La Svizzera ha annunciato che non andrà al vertice in attesa di un pronunciamento del Parlamento.

Stessa posizione assunta dall’Italia, che pure aveva firmato il documento a New York, dove comunque l’argomento ha spaccato la maggioranza gialloverde. La Lega è in netto dissenso: il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, si dice contrario perché, sostiene, il Patto metterebbe sullo stesso piano «i migranti cosiddetti economici e i rifugiati politici».

Il patto sui migranti ha provocato una crisi anche in Belgio. Il primo partito della coalizione, N-VA (l’Alleanza fiamminga di destra), ha ritirato i suoi ministri dal governo in contrasto con la decisione del premier Charles Michel di recarsi in Marocco per sottoscrivere l’intesa. L’N-VA chiedeva «perlomeno l’astensione sul patto». Michel ora dovrà guidare un governo di minoranza, in vista delle legislative fissate per maggio 2019.

Il documento del Global Compact, lungo 41 pagine, è stato negoziato per oltre 18 mesi e parla di immigrazione «disciplinata, sicura, regolare e responsabile», fissando 23 obiettivi da centrare.

Ma la sfida principale è quella di creare una rete internazionale per l’accoglienza di migranti e rifugiati. Si stima che siano 258 milioni i migranti in tutto il mondo, pari al 3,4% della popolazione totale.

Secondo le cifre fornite a luglio dal segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, dal 2000 ad oggi sarebbero morti in 60.000: in mare, nel deserto o altrove. Dopo la firma di Marrakech, il documento passerà all’Assemblea generale delle Nazioni Unite per un’ulteriore approvazione.


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Prima dichiarazione interreligiosa sui rifugiati in Svizzera

Per la prima volta, ebrei, cristiani e musulmani in Svizzera pubblicano una dichiarazione congiunta sui rifugiati. Chiedono ai loro membri, ma anche al mondo politico, di impegnarsi concretamente per la protezione, l’accoglienza, l’integrazione e il reinsediamento dei rifugiati. La Dichiarazione interreligiosa per i rifugiati è stata lanciata il 7 novembre 2018 e si chiama “Parliamo con una sola voce!

Per maggiori informazioni, vai al sito https://www.5appelle.ch/home-fr

 


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Quale futuro per gli ex minori non accompagnati?

Quale sostegno professionale viene fornito in Svizzera agli ex minori non accompagnati nella procedura di allontanamento?

La ricerca ha analizzato pratiche sociali e psicologiche volte al reinserimento nel paese di origine. Riportiamo di seguito l’articolo di Margaux Sidler, autore di questa tesi di master in lavoro sociale, scritto per la rivista di informazione sociale REISO.

Il tema segue l’ultima edizione della rivista Vivre Ensemble, dedicata al sostegno dei minori non accompagnati.


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Asilo: è duello tra destra e sinistra

Confronto a La domenica del Corriere tra Norman Gobbi e Franco Cavalli in un faccia a faccia su elezioni e migranti. Il leghista: «I centri per rifugiati non sono prigioni»

Leggi articolo pdf_31081


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GIORNATA MONDIALE DELLO SCRITTORE IN PRIGIONE 2018 – 2 eventi

GIORNATA MONDIALE DELLO SCRITTORE IN PRIGIONE 2018

IL CENTRO PEN DELLA SVIZZERA ITALIANA E RETOROMANCIA, con UNIVERSITÀ DELLA SVIZZERA ITALIANA e FRANKLIN UNIVERSITY SWITZERLAND

sono lieti di invitarvi a partecipare a due incontri col

Dr. Daniel R. Mekonnen, scrittore, giurista e ricercatore eritreo

MARTEDÌ 13 NOVEMBRE 2018, ORE 18:00

L’Eritrea al centro della crisi migratoria europea:riflessioni di un difensore dei diritti umani

Università della Svizzera Italiana, Aula 21, via Buffi 13, 6900 Lugano

GIOVEDÌ 15 NOVEMBRE 2018, ORE 17:30

Eritrea in the Middle of the European Migration Crisis: Reflections of an Eritrean Human Rights Defender

Franklin University Switzerland, via Ponte Tresa 29, 6924 Sorengo

Ulteriori informazioni

 


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Come garantire una tutela effettiva ai richiedenti l’asilo più vulnerabili?

Ne parleranno Denise Graf, giurista esperta in diritto d’asilo, e Rosario Mastrosimone, giurista presso il Servizio giuridico di SOS Ticino

mercoledì 14.11.2018, 17.30–19.30, Aula A11, Palazzo rosso, Campus USI

L’appuntamento s’inserisce nel quadro dei seminari proposti dalla Fondazione Azione Posti Liberi e dall’Istituto di diritto dell’USI (IDUSI) per conoscere i molteplici strumenti di protezione giuridica ai richiedenti l’asilo previsti dal diritto della migrazione.

Ulteriori dettagli nel flyer allegato

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